
GUAGNANO | Dopo un periodo di silenzio torna ad alzare la voce l’ex consigliere delegato alla Cultura del Comune di Guagnano François Imperiale, candidato ne L’Altra Primavera alle amministrative del 2012, nonché uno dei fautori del progetto Guagnano Centro, finalizzato allo sviluppo economico-culturale di Guagnano e alla rivalutazione del suo Centro Storico che, tra le altre cose, comprendeva anche il Premio Terre del Negroamaro.
Ed è proprio da qui che Imperiale comincia la sua personale e dettagliata analisi nei confronti di quello che è stato l’operato dell’attuale compagine di governo locale in questo senso, per finire nell’immediata attualità, ossia i lavori in corso per la realizzazione di una fondazione realizzata ad hoc per la gestione dell’evento che, di fatto, è il cuore pulsante dell’estate guagnanese, nonché uno dei più attesi ed importanti dell’intera Provincia.
«Come è nella storia degli Atti Comunali di Guagnano il 26 marzo 2009, con Delibera di Giunta n. 37, ratificata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 16 aprile dello stesso anno, si approvava la “Scheda di fattibilità del Progetto Guagnano Centro” nell’intento di riportare la nostra cittadina al centro dell’interesse enoturistico. Furono individuate una serie di linee guida per avviare un organico progetto di sviluppo locale che avesse come vetrina e non come unico fine l’organizzazione dell’evento agostano Premio Terre del Negroamaro – spiega Imperiale – Una di queste misure, tra le più strutturali, prevedeva la riqualificazione del nostro Centro Storico. Si cominciò con il primo stralcio che portò al rifacimento di Via Castello, Piazza Livio Tempesta e di Via Roma.
Quest’anno, con la sincera soddisfazione di molti, tra cui il sottoscritto, sono stati ultimati i lavori dando seguito al completamento dell’intervento di Area Vasta avviato durante la prima Amministrazione Leone. Non voglio entrare nel merito di come alcuni aspetti della realizzazione dei lavori siano stati cambiati, anche perché li ritengo sostanzialmente soddisfacenti.
La questione è un’altra: dopo aver posato l’ultimo basolo è cominciato un esilarante balletto di fioriere e segnaletica stradale al fine di stabilire uno straccio di piano di viabilità. Tra chi, dentro l’attuale Amministrazione, voleva la chiusura totale e chi il totale ripristino della viabilità precedente l’inizio dei lavori, non si è capito niente. Tant’è che, si spera mai, qualche avventore un po’ alticcio rischia prima o poi di sbatterci il muso su quelle fioriere.
Questo disordine dimostra ciò che non era molto difficile prevedere, ossia che l’attuale Amministrazione non ha le idee chiare su ciò che si vuole fare. Questo noi ex amministratori lo avevamo già ben capito quando si voleva far convivere la creazione del brand “Terre del Negroamaro” con una marea di pannelli fotovoltaici nelle nostre campagne, soltanto parzialmente scongiurata dalla fortissima contrapposizione da parte di chi scrive e del Gruppo Consiliare “Sviluppo e Solidarietà” che allora presiedeva. Prima di arrovellarsi a pensare su un eventuale piano di chiusura parziale o totale, occorrerebbe volgere attenzione ed energie su quanto era stato faticosamente pensato nell’ambito del progetto di cui sopra, ponendo a tal proposito alcuni quesiti. Si vuole tenere il Centro Storico come museo e luogo dell’oblio o riportarlo a luogo della vita e delle relazioni sociali, dentro un contesto di bellezza che è sedimentazione storica di secoli? Si vuole avviare un percorso che ha nel coinvolgimento sistemico ed organizzato dei cittadini e dei gruppi sociali portatori di interessi uno dei momenti fondamentali atti a garantire fattibilità ed efficacia? È previsto un piano colori di edifici ed abitazioni e se si in che termini? E’ previsto un piano commerciale che agevoli in vari modi le attività presenti in centro e ne possa attrarre altre? Sono allo studio una serie di eventi ed iniziative culturali di qualità che, almeno inizialmente, diciamo un fine settimana al mese, attirino visitatori nel nostro centro storico? Non mi si parli solo di mancanza di risorse economiche visto lo spreco dei fondi del Wine-Net e perché fondamentali sono soprattutto le idee. Basti pensare a ciò che sta facendo il Sindaco di Corigliano d’Otranto con il Parco Filosofico, per non parlare poi del fulgido esempio di Specchia. Si vuole ancora dare corso alla creazione di un albergo diffuso mettendo in rete tutte le strutture ricettive già presenti ed incentivandone l’apertura di altre? Si vogliono stilare dei protocolli d’intesa con la confinante ed affine Salice Salentino e le località marine più prossime, in modo che ai turisti si possa offrire anche un entroterra che nulla potrebbe invidiare ad altre località attualmente più rinomate? Per quanto tempo ancora il Museo del Negroamaro dovrà rimanere chiuso senza avviare un bando per la sua gestione? A tal proposito è scandaloso che non si sia data ancora risposta alla proposta di gestione dell’associazione turistica “Terre a Sud del Tempo”.
Non sfugge che realizzare tutto ciò richieda tempo e arruolamento di competenze. Ma quando in soli due anni si è ridotto un Comitato Tecnico Operativo (C.T.O) da più di venti persone con precise competenze a più o meno tre, per quanto brave ed ammirabili. Si appalesa indiscutibilmente l’incapacità di coinvolgimento e di strategia di questa Amministrazione, che si muove in base alle simpatie politiche dentro il quadro della categoria amico-nemico.
Basti pensare alle intenzioni che si hanno nel formulare lo Statuto della neo costituenda Fondazione Premio Terre del Negroamaro. Nella bozza presentata giorni fa alla Commissione Consiliare competente, già si evince chiaramente il tentativo di creare un nuovo carrozzone politico. Come si fa a dare la presidenza al Sindaco e a riempire il Consiglio di Amministrazione di figure prevalentemente politiche? Ad andar bene ad ogni tornata elettorale si dovrà eleggere un Sindaco con qualche competenza sul tema dello sviluppo locale, e che Dio ci aiuti. Si dovrebbero invece, anzi si devono da subito individuare delle caratteristiche e delle competenze molto precise per poter svolgere quel ruolo, a garanzia di tutti i cittadini e di tutti gli attori coinvolti.
Come è possibile pensare ad uno strumento complesso come una Fondazione solo o prevalentemente per l’organizzazione di un evento di una sola sera, tra l’altro facendo riferimento ad una delibera del 2005 e non a tutto il lavoro fatto dal 2009 in poi, anno in cui, tra l’altro, si è svolta la prima edizione del Premio? La Fondazione ha un senso se la si pensa come strumento propulsore per lo sviluppo di un progetto ambizioso e organico e quel progetto già esiste, si chiama “Guagnano Centro” (invito gli attuali smemorati Amministratori a rileggersi tutte le carte attestanti il lavoro svolto dal sottoscritto, dall’ing. Valerio Vitale e dal precedente C.T.O.). E poi, come è possibile non cercare di coinvolgere da subito come soci fondatori quelli che sono i veri attori dello sviluppo locale, ossia Cantine ed Operatori nel settore della gastronomia e della ricezione turistica?
Ricordo che le linee guida 2010-2013 del progetto “Guagnano Centro” approvate in Consiglio Comunale il 09 Maggio 2011, già contenevano tra le azioni da intraprendere la creazione di un soggetto giuridico di gestione unitaria e condivisa dell’offerta turistica ed enogastronomica (fondazione, associazione, gruppo di interesse, etc.).
Sono tante le correzioni che, si spera, dovranno essere apportate al suddetto statuto.
La questione di gran lunga più importante – conclude Imperiale – è un’altra, ossia capire se l’attuale Amministrazione crede davvero in questo modello di sviluppo per la nostra Comunità. Perché se così non fosse, o ce ne presenta, legittimamente, un altro su cui aprire una discussione oppure fa l’unica cosa utile a se stessa e a tutti noi: si dimette».