
Si è tenuto ieri sera, presso la sala della Chiesa Madonna di Lourdes a Veglie, l’incontro/dibattito “La famiglia educa alla custodia del creato, scelte e comportamenti per costruire un mondo sostenibile” insieme alla presentazione del progetto “Ecoesploratori”, organizzati dall’ Oratorio San Domenico Savio.
L’incontro, dopo una breve introduzione da parte di Carlo, responsabile dell’Oratorio, è iniziato con l’intervento di Antonella Carrozzini, Presidente dell’Associazione Culturale “ Noi costruttori del futuro” che ha esposto e descritto minuziosamente le finalità della tavola rotonda e del progetto: «Sensibilizzare la comunità sul tema della “salvaguardia del creato” attraverso azioni mirate ad informare e formare sul tema dell’educazione ambientale e dello sviluppo sostenibile. In questo periodo della nostra storia, non solo è necessario adottare delle soluzioni a livello globale, ma è fondamentale che ognuno di noi acquisisca uno stile di vita ecologicamente responsabile – spiega Antonella – la nostra Associazione è di giovane costituzione ma si basa su delle convinzioni e dei valori sempre presenti: dalla tutela e valorizzazione dell’ambiente alla tutela in materia di sicurezza e prevenzione nei posti di lavoro, dalle valorizzazioni delle nuove idee alla promozione degli strumenti di comunicazione innovativi, rivolgendoci a tutte le fasce d’età».
Un intervento corposo e ricco di consigli in cui si evidenziava anche l’importanza di un cambiamento che dovrebbe avvenire inizialmente nella nostra mentalità, poiché i danni creati si ripercuotono sui nostri figli; sviluppando in ognuno di noi quella che può essere definita “coscienza ambientale”.
E’ seguito poi l’intervento del Comandante dei Carabinieri della Stazione di Veglie, M.llo Matteo De Luca, che ha illustrato le conseguenze dal punto di vista penale che possono verificarsi in caso di reato ambientale, sottolineando molto incisivamente la situazione della realtà locale: «Nelle mie attività mi sono trovato più volte a scontrarmi con le amministrazioni – spiega il Maresciallo De Luca – che hanno fatto orecchio da mercante o perché non erano interessate economicamente ma magari lo erano su una festa patronale, ed io francamente credo che chiunque di noi davanti ad una situazione del genere stringe la cinghia su una festa patronale pur di avere un quartiere più pulito – e precisa- io parlo un po’ duro sotto questo aspetto perché le mie esperienze mi hanno portato a dire questo, dovunque sono andato ho trovato delle problematiche serie, non ho trovato la mentalità di sviluppo per aiutare i ragazzi a capire cosa sta succedendo al nostro ambient. Si parla di telecamere; la videosorveglianza è per esempio un altro tipo di situazione che potrebbe venire fuori, si potrebbe fare, ma nei paesi c’è la consuetudine di vedere le telecamere come un obbiettivo da tenere lontano perché si pensa vìoli la privacy, però dobbiamo anche capire perché si mette una telecamera: io la metto perché voglio controllare un obbiettivo che è un bene patrimoniale. A Veglie non ce ne è neanche una e quelle che ci sono, sono fuori uso. Questo perché non si è pensato a prendere a cuore la sicurezza della gente. E non si può riversare tutto sull’Arma dei Carabinieri; l’Arma ha un suo modo di integrarsi con le persone del posto ma non possiamo fare tutto; anche i reati ambientali non sono competenza dei carabinieri di Veglie, ma sono competenza di reparti dell’Arma che poi vengono interessati perché sono specializzati in quel settore e che andranno poi a fare i controlli alle aziende interessate all’ambiente, che devono quindi essere regolari, altrimenti non hanno motivo di esistere. Quindi, la videosorveglianza, potrebbe essere ottima perché ci aiuta a seguire il commerciante che da parte sua sta più tranquillo e non si trova immondizia davanti al suo esercizio, oppure richiama all’attenzione il negoziante, che si ricorda di non lasciare la strada sporca una volta terminato il suo lavoro. Questo potrebbe essere un punto di inizio. Così come parliamo di videosorveglianza, parliamo anche dei controlli, e questi non sono dovuti solo al carabiniere o al vigile urbano, ma a noi stessi, a tutti noi, perché l’ambiente è nostro: io vivo in un quartiere, in quel quartiere ci sono dei bambini, ci sono anche i miei figli, perché devo vederlo sporco? Ecco, iniziamo a tutelare noi stessi, poi se qualcuno si permette di andare oltre esistono i carabinieri e la polizia municipale che intervengo e fanno il loro dovere. Se una volta intervenuto mi rendo conto che quella situazione non la posso governare io, allora chiamo i miei colleghi del NAS o del NOE per gli accertamenti adeguati al caso. Ma comunque è mio obbligo andare quando ricevo una chiamata; noi indossiamo la divisa per la gente non per noi stessi. » Incisivo e di spicco anche il successivo riferimento alla scorretta abitudine delle segnalazioni tramite social network: «Questo è il modo di segnalare, non su Facebook. Quanta gente sui vari gruppi pubblica o manda una foto scrivendo: “guarda, è successo questo”; io sempre dico a tutti che Facebook non è un comando per prendere denunce; io devo sapere con chi ho a che fare, devo sapere perché si sta mandando quella foto e devo sapere cosa stiamo trattando perché è una questione molto delicata segnalare persone che stanno commettendo un reato e non è un social network il luogo adibito a ciò. Ecco perché molte persone pensano che dando la comunicazione su Facebook abbiano fatto il loro dovere, ma non è così. Se qualcuno mi sta dando un’opportunità di lavoro deve dirmi chi è, come posso rintracciarlo; se io non ho dei punti di riferimento non posso lavorare. Se si vuole essere anonimi è un’altra faccenda, ci sono altri sistemi, ma non si usa Facebook – e conclude – comunque si deve interagire insieme, avere fiducia l’uno dell’altro perché se mi stai chiedendo aiuto significa che hai fiducia nell’Arma ed io sono pronto a darti una mano. Il reato avviene nel momento in cui ci si rende conto materialmente e si ha un inizio e ci si augura anche una giusta fine».
Ultimo intervento è stato quello di Roberta Miglietta, responsabile della comunicazione e sensibilizzazione della ditta Monteco operante sul territorio di Veglie. La suddetta ditta è impegnata nel progetto “Ecoesploratori”, promosso dall’Oratorio San Domenico Savio, insieme all’Associazione Culturale “Noi costruttori del futuro”, alla ditta Cascione Srl e Gabriel Chrivì.
Molto dettagliatamente Roberta ha annunciato ed argomentato tutte le iniziative che saranno incluse nel progetto, senza dimenticare le finalità di base dello stesso, ovvero sensibilizzazione ed informazione sulla tematica ambientale. Da marzo sino a giugno saranno svolte quindi una serie di attività, come tavole rotonde, giochi, escursioni, laboratori, ecc. rivolte a ragazzi dagli 8 ai 13 anni. Tra queste attività spicca la giornata del 12 aprile, festa della Madonna dei Greci, una festa eco-educativa con lo scopo di sensibilizzare tutti i partecipanti a compiere azioni ecosostenibili.
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