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GUAGNANO | Al Rubik, la festa della Liberazione è all’insegna del live dei catanesi Ultravixen.
La band, formata da Alessio Edy Grasso (voce, chitarra), Nunzio Jamaika (basso) e Fabulous Carmelo (batteria), a cui si è aggiunto Dario Aiello Blatta (synth, chitarra), ha esordito nel 2009 con l’album “Avorio Erotic Movie” pubblicato per Wallace Records. Il prtimo lavoro gli è valso subito il riscontro positivo della critica che lo ha definito “un concentrato di quanto di meglio è stato prodotto dal rock underground negli ultimi venti anni”. C’è tutto ciò che serve: rock and roll, indie, wave e post-punk.
Stessa solida base su cui sono state piazzate le fondamenta della loro seconda fatica intitolata “Il Riskio”, uscita a settembre dello scorso anno sempre per Wallace.
Stavolta, però, il registro linguistico cambia e si passa alla lingua italiana, con testi che raccontano di amori distorti e disperati, ma anche di costrizioni sociali.
Il suono è sempre quello delle chitarre che stridono, della batteria incalzante, e del synth che conduce verso l’elettronica.
L’appuntamento con gli Ultravixen è per sabato 25 Aprile alle 23.00, al circolo Arci Rubik di Guagnano.
L’ingresso è gratuito e riservato ai soci.
Domenica 26 Aprile, invece, il palco del Rubik lascia spazio allo spettacolo di teatro e musica “Senza Voce (Storia di Ciccilla, Briganta sì e santa no)” di Valentina Diana, con Silvia Lodi e Leone Marco Bartolo, per la regia di Silvia Lodi.
Il periodo è quello dell’Unità d’Italia. Lo scenario è quello del Sud della penisola. Valentina Diana vuole raccontare la storia di Ciccilla, una “briganta” calabrese realmente esistita. Le “brigante” erano, di fatto, tutte quelle donne meridionali che, rimaste orfane o vedove e, comunque, sole al mondo, si ritrovavano prive di quel legame di sottomissione tipico delle famiglie del Sud e, come tali, esposte alla violenza degli uomini. Donne, quindi, costrette a combattere duramente per evitare di soccombere.
Ciccilla, donna semplice senza arte né parte, sceglie di ribellarsi e di farsi giustizia da sola, intraprendendo una battaglia senza armi, per cercare di dar voce e valore a tutte le persone schiacciate dall’assurdo sistema sociale di quegli anni.
Uno spettacolo che la critica ha definito come “un’esperienza straordinariamente intensa, la perfezione tecnica sbalorditiva”.
La consulenza alla regia è di Giuseppe Semeraro, le musiche dal vivo sono di Leone Marco Bartolo, i costumi di Cristina Mileti e Sandra Tognarini, e le luci di Otto Marco Mercante.
L’appuntamento è sempre al numero 5 di via Cellino, 5 a Guagnano, alle 19.30.
L’ingresso, anche in questo caso, è libero e riservato ai soci Arci.