Mega Sansificio di Veglie, condannati gli imputati e confiscata l’area dello stabilimento

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La Corte d’Appello, presieduta dal dott. Vincenzo Scardia, ha conferito la condanna di un anno e due mesi per “falso materiale ideologico” a Luigi Panarese, rappresentante legale della “Oil Salento” e Antonio Anglano, responsabile del settore urbanistico del Comune di Veglie. Disposta anche la confisca dell’area dell’opificio che tornerà a disposizione del Comune.
I giudici hanno così ribaltato la sentenza di primo grado, accogliendo la tesi della Pubblica Accusa, rappresentata dal Procuratore Aggiunto Ennio Cillo, riguardo il falso e la lottizzazione abusiva.
Una rilevante vittoria anche per tutte le parti civili: “Comitato Ambiente Sano”, “Legambiente”, “Salute Pubblica”, “Ambiente e Vita” e “Italia Nostra”, per le quali i giudici hanno disposto il risarcimento del danno da stabilire in altra sede.
Il procedimento penale ebbe origine proprio da un esposto del “Comitato Ambiente Sano” nel 2008 e da alcuni cittadini di Veglie che avevano iniziato la protesta nei confronti della costruzione dell’impianto per la lavorazione della sansa, ritenuto altamente dannoso per la salute e per l’ambiente. Inoltre, stando alla tesi dell’accusa, l’impianto avrebbe avuto origine proprio in una zona territoriale di predisposizione agricola, ovvero nel Parco del Negroamaro, ignorando quindi la normativa a riguardo. I due imputati avevano giustificato ciò affermando che sarebbero stati svolti dei lavori di ristrutturazione di un pomodorificio, compatibile quindi con l’utilizzo del terreno agricolo e che, inoltre, l’estrazione della sansa faceva anch’essa parte delle attività agricole. I due imputati sono quindi stati accusati di falso proprio per aver redatto delle dichiarazioni ingannevoli.

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