RECENSIONE | L’ultimo dei poeti ha colpito.
La sua ironia, la tristezza, la voglia d’amare e i Negroni rendono il romanzo D’amore si muore, ma io no, un capolavoro.
L’autore in questione è Guido Catalano, poeta e performer che porta i suoi libri (e la sua barba) in giro per l’Italia.
Non abbiate paura delle quattrocento pagine circa da cui è formato il libro; la bravura di Catalano consiste nel renderle piacevoli, semplici, senza troppi artifici e i suoi capitoli sono alquanto brevi.
Il poeta narra l’inizio di un’avvincente storia d’amore, della difficoltà di muoversi nell’affascinante e complesso mondo dell’amore e del sesso.
Il protagonista, Giacomo, è un poeta e conosce Agata, un’aracnologa della quale presto si innamorerà, in aereo, in un viaggio Torino-Palermo.
Le passioni in comune sono tante, Agata spiega attentamente il proprio lavoro, anche se Giacomo ha una vera fobia per i ragni.
Si conoscono e Giacomo ha quello che si dice un vero e proprio “colpo di fulmine”.
Si ritroveranno presto nello stesso locale, lui a recitare le sue poesie d’amore e lei a guardarlo, estasiata.
E’ una storia di amicizia, di famiglia, di piccoli tradimenti, colpi di scena e tanta poesia.
Un libro che leggerete in pochissimo tempo perché tanta sarà la voglia di entrare nel mondo di Giacomo e delle sue avventure.
[su_quote]Primo piano.
«Ti va di rendermi felice?»
«Neanche per sogno.»
«E perché mai, mia cara?»
«E’ pericoloso, mio caro.»
«Da quale punto di vista? Se è lecito.»
«Renderti felice significa avere il potere di renderti infelice.»
Secondo piano.
«Accetto il rischio.»
«Sei sicuro?»
«Lo sono.»
«Ti amo.»
«Sono felice.»
«Non ti amo più.»
Terzo piano.
«Soffro.»
«Vedi?»
«Cristo, avevi ragione.»
«Lo so, è una storiaccia.»
«Devo riflettere.»
«Rifletti pure.»
«Ho riflettuto.»
Quarto piano.
«A quale conclusione sei arrivato?»
«Voglio essere felice.»
«Anch’io.»
«Allora basta cazzate e accolliamoci ‘sto rischio.»[/su_quote]