
E’ accaduto nel tardo pomeriggio di ieri nelle campagne vegliesi quando circa cinquanta tifosi del Lecce hanno teso un agguato al pullman dei sostenitori dell’Ideale Bari, mentre erano sulla strada per il rientro a casa dopo l’incontro di calcio di seconda categoria girone B contro l’Atletico Veglie, conclusosi con la vittoria di quest’ultimo per un goal a zero.
Un agguato ben organizzato con i tifosi con il volto incappucciato e, come segno di inconfondibile riconoscimento, sciarpe giallorosse ben in vista che non celavano dubbi sulla natura e gli autori del gesto. Nascoste le auto in una strada secondaria hanno poi proseguito l’assalto a piedi.
Nonostante la presenza di due uomini delle forze dell’ordine di scorta, i ribelli sono riusciti ugualmente a bloccare il pullman e a forzare lo sportello con un piede di porco. Da lì poi ha avuto inizio la violenta rivalsa, con lanci di pietre e petardi, in cui sono rimasti feriti sei tifosi del Bari, di cui uno in maniera grave a causa di una pietra scagliata che gli ha causato un trauma cranico. Successivamente trasportato al “Vito Fazzi” di Lecce è stato giudicato guaribile in 15 giorni.
Sono in corso tutti gli accertamenti da parte dei Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, intervenuti sul posto in seguito all’immediato avviso dei colleghi che erano di scorta al pullman.
Antiche rivalità mai superate che purtroppo riaffiorano ancora oggi, dimenticando il vero valore dello sport, quello che unisce e non divide. Lo sport non è farsi la guerra ma è lo strumento per superare ogni discriminazione perché parla un linguaggio universale, come sosteneva Nelson Mandela: «Lo sport ha il potere di unire le persona come poco altro può. Può creare speranza dove una volta c’era solo disperazione. Lo sport abbatte le barriere razziali. Ride in faccia a tutti i tipi di discriminazione. Lo sport parla alla gente in una lingua che si possa comprendere».