Sabato 23 marzo, alle ore 21, andrà in scena nel Teatro Comunale di Novoli “La morte e la fanciulla di Michele Abbondanza e Raffaella Bertoni, due tra i più amati maestri della danza contemporanea italiana.
In scena tre differenti “capolavori”. Uno musicale: il quartetto in re minore “La morte e la fanciulla” di Franz Schubert. Uno fisico: l’essere umano nell’eccellenza delle sue dinamiche. Uno spirituale-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi. “Il nostro pensiero torna a posarsi sull’umano e ciò che lo definisce: la vita e la morte, l’inizio e la fine sono i miracoli della nostra esistenza, così come l’impermanenza dell’essere con le sue forme continuamente mutanti”, sottolineano Abbondanza e Bertoni. “Questo transitare da una forma all’altra, ha a che fare con l’arte coreutica: portatrice di un tale compito, è essa stessa un balenare di immagini che appaiono e scompaiono continuamente. Un esempio di scrittura musicale che aspira all’infinito e accompagna l’ascoltatore oltre un’idea razionale, verso l’ignoto e il trascendente. Come già Matthias Claudius nel testo del Lied e Franz Schubert nel quartetto d’archi in re minore, abbiamo seguito il tema della morte accompagnata a giovani figure femminili sul crinale di un confine oscuro tra sessualità e morte; nello spettacolo questi due aspetti sono così distinti: piano coreografico (la fanciulla) e piano video (la morte)”, proseguono. “La danza e la musica di Schubert appartengono al mondo della Fanciulla. Sul palcoscenico orizzontale la coreografia, una sorta di stenografia bruciante, segue rigorosamente, fino all’evidenza e all’eccesso, gli impulsi musicali: ottocenteschi e romantici. In questa direzione troviamo i corpi nella loro essenza: privi finanche di quell’ultima copertura possibile, fisica ed emotiva. Nudi, come al cospetto della morte”.
Ingresso euro 10.
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