Sipario sulla III edizione del Festival Menabò: tra arte, parole e relazioni

Si è ufficialmente conclusa la terza edizione del prestigioso Festival Menabò, lasciando dietro di sé un carico di emozioni e riflessioni destinate a durare nel tempo. Il Festival, che negli anni ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo nel panorama culturale nazionale, ha avuto come protagoniste, quest’anno, le relazioni umane: quelle che nascono dall’incontro tra arte, letteratura, pensiero e comunità.

Dopo aver esplorato nella passata edizione il “pensiero meridiano”, l’edizione appena trascorsa ha scelto come filo conduttore il fare esperienza delle relazioni, intese come spazi di condivisione e crescita. Un concetto ben rappresentato dallo spirito stesso della manifestazione, che per quattro giornate ha animato Guagnano e Villa Baldassarri con eventi, incontri e performance artistiche.

Il Festival è stato più volte definito il Festival dell’Amicizia, espressione che ben riassume l’energia e l’autenticità dell’intera rassegna. In particolare, è emersa la figura di Elio Scarciglia, direttore editoriale di Terra d’Ulivi e anima del progetto, che ha saputo dare forma a un percorso culturale denso di visioni e aperture.

A rendere ancora più significativo l’evento è stata la presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Rio Saliceto, Nicoletta Manca, rappresentante del secondo Comune patrocinante del Festival, che ospiterà una tappa settembrina dell’iniziativa.

Tra i momenti salienti della manifestazione si segnalano due mostre di rilievo: la mostra fotografica “Mongolia – una terra lontana” firmata da Elio Scarciglia e curata insieme alla critica d’arte Francesca Tuscano, e la mostra pittorica di Luciano Schifano, inaugurata alla presenza dei curatori Mauro Landi e Lorena Fiorini.

Non sono mancate incursioni teatrali, come lo spettacolo dedicato a Rocco Scotellaro, per la regia di Antonio Duma, e momenti dedicati alla letteratura e alla ricerca. Tra gli ospiti d’eccezione, Ion Deaconescu, docente universitario a Cracovia e autore di oltre 50 opere tradotte in tutto il mondo, che ha espresso un sincero apprezzamento per l’accoglienza ricevuta dalla comunità locale.

Uno dei momenti più attesi è stato senza dubbio la V edizione del Premio di Terra d’Ulivi “Riconoscere una storia”, assegnato all’unanimità al poeta e critico Vincenzo Guarracino. Grande interesse ha suscitato anche la presentazione di un inedito su Lord Byron, curata dalla traduttrice Rubina Valli insieme al filosofo Mario Carparelli.

Molti i nomi e i contributi di rilievo che si sono succeduti durante le giornate del Festival, tra cui Massimiliano Bianchi, Carlo Alberto Sitta, Silvio Bonea, Maxdante, Cinzia Demi, Stefano Iori, Maristella Diotaiuti, Pierre Ech Ardour, Raffaella Terribile, Andrea Pacini, Roberto Galeazzi, Claudia Palombi, Alessandra Cerminaro, Anna Santoliquido, Francesco Terracciano, Roberto Gaudioso, e Massimo Garavaglia.

La giornata conclusiva ha visto l’esordio del Concorso “Trame di borghi”, con la premiazione di scrittori emergenti e affermati. A trionfare sono stati Evaristo Seghetta (sezione poesia) e Pasquale Petito (sezione narrativa), con Isabella Monte, concittadina guagnanese, che ha conquistato il podio. Un premio speciale è stato conferito anche agli studenti dell’Istituto Comprensivo di Guagnano.

Il Festival si è avvalso del generoso sostegno delle cantine locali, che hanno offerto i loro vini come autentica narrazione del territorio, e dell’infaticabile supporto della famiglia Scarciglia-Baldassarre-Fiume, che ha collaborato in modo decisivo alla realizzazione dell’intera rassegna.

Ancora una volta, il Festival Menabò ha dimostrato come l’incontro tra arte, cultura e territorio possa dare vita a esperienze profonde e durature. Ora resta l’attesa per la prossima edizione, con la certezza che il futuro riserverà ancora nuove emozioni e sorprendenti visioni.

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