Terre del Negroamaro: uno, nessuno e centomila – Verdoscia rilancia, Imperiale risponde

A Guagnano tiene banco il caso dell’evento annullato “Negroamaro Masterclass 2025”, promosso dall’associazione Terre del Negroamaro APS, presieduta dal consigliere di opposizione Danilo Verdoscia. L’associazione, in un comunicato diffuso alla stampa, ha denunciato l’Amministrazione comunale per aver negato l’utilizzo della piazza pubblica, parlando di un attacco alla cultura, alla libertà di associazione e al principio di sussidiarietà.

Ma a fare chiarezza è stato direttamente il Sindaco François Imperiale, attraverso un lungo post pubblicato sui social, in cui ha ricostruito l’intera vicenda offrendo un punto di vista molto diverso da quello emerso nel comunicato.

Secondo Imperiale, al centro della questione non c’è solo la richiesta di utilizzo della piazza, ma l’utilizzo non autorizzato del marchio “Terre del Negroamaro”, registrato dal Comune fin dal 2004 e recentemente rinnovato presso il Ministero del Made in Italy. “Abbiamo investito risorse ed energie per costruire un’identità riconoscibile – scrive il Sindaco – e oggi ci troviamo costretti a difenderla da chi, pur consapevole, ha deciso di costituire un’associazione con la stessa denominazione”.

Il Comune, spiega Imperiale, ha quindi incaricato un legale per una diffida formale all’associazione, prima ancora che arrivasse la richiesta di autorizzazione all’evento. E anche su quest’ultima, il Sindaco precisa: “Non era una semplice richiesta per l’uso della piazza, ma comprendeva patrocinio, uso del logo comunale, materiale di allestimento, illuminazione pubblica e un contributo economico. Altro che evento a costo zero”.

Secondo il primo cittadino, esiste un rischio concreto di confusione tra l’azione istituzionale del Comune e quella dell’associazione privata, tanto più se il nome utilizzato è lo stesso. “In questi anni non abbiamo mai risposto alle provocazioni, per evitare un clima da campagna elettorale permanente. Ma oggi la misura è colma”, afferma il Sindaco nel suo post.

Nel comunicato dell’associazione, invece, si denuncia una “decisione sproporzionata”, un “veto alla cultura” e una “sistematica esclusione” dalle iniziative pubbliche. Ma resta il fatto che la denominazione “Terre del Negroamaro” non è generica: è un marchio pubblico, registrato, con valore legale e strategico. E da questo punto nasce il nodo della vicenda.

Il resto è politica. Una politica che, come ha scritto Imperiale, vede “qualcuno confondere il ruolo temporaneo di amministratore con un’indiscutibile prerogativa personale”. E in effetti, la polemica rischia di diventare un tentativo di rappresentanza parallela, con un soggetto privato che rivendica simboli e strumenti dell’ente pubblico.

In attesa del giudizio degli elettori nel 2027, a Guagnano resta aperta la discussione: promuovere il territorio è un bene comune, ma chi lo rappresenta ufficialmente non è mai una questione secondaria. E il diritto alla cultura non può ignorare il rispetto delle regole.

Add a Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *