
«Da molti mesi ormai esiste più di un ragionevole dubbio per ritenere che l’eradicazione non sia la soluzione per trattare il disseccamento dell’ulivo». Inizia con queste considerazioni la lettera del dott. Fabio Coppola di Veglie, circa la problematica della Xylella Fastidiosa. Evidenziando i pareri contrastanti, tra cui anche quello della scienza, ha messo in risalto come può essere necessario solo un attimo per cancellare millenni di attività economica e quelle che comunque sono le nostre “radici”. «Il parere della stessa comunità scientifica non è unanime – continua, appunto, il dott. Coppola – Pertanto, per il principio di precauzione, bisognerebbe attendere prima di compiere una strage di migliaia di piante imposta dal piano Silletti prima e soprattutto dal Silletti bis attuale; “ Primum non nocere”, insegnano i medici. Millenni di economia cancellati a colpi di ruspa; “Pianta un ulivo per tuo nipote, recita un vecchio detto. Gli addetti ai lavori sanno che nel diciottesimo secolo lo studioso martanese Cosimo Moschettini descrisse il disseccamento dell’ulivo col termine “brusca”, che si verificava dopo periodi di scirocco; ma gli ulivi se la sono sempre cavata sopravvivendo fino ai nostri giorni. Nonostante proposte e proteste le eradicazioni continuano».
Secondo il pensiero del dott. Coppola, infatti, queste azioni potrebbero aprire il varco a qualcosa di più grave, ovvero le speculazioni: «Nei giorni scorsi a Veglie sono stati affissi i manifesti del commissario delegato Silletti, con i quali giustifica un piano chiaramente fallimentare, illogico e imprudente. Un piano che, se portato a compimento, successivamente potrebbe aprire la strada a speculazioni di varia natura. La posta in gioco è altissima – e conclude – Visto che le istituzioni hanno le risorse per stampare manifesti a colori, secondo la mia personale opinione i manifesti avrebbero potuto stamparli qualche anno prima per divulgare le linee guida degli esperti, per rispolverare le tradizionali pratiche agricole utili alla corretta manutenzione della pianta. Invece la popolazione salentina è rimasta per lungo tempo nella più totale incertezza e confusione».