Museica

RECENSIONE | Se siete rimasti a ballare in Puglia affascinati dalle dimensioni del chaos di Caparezza o siete ancora dispersi nei labirinti medioevali del suo sogno eretico, affrettatevi a visitare il nuovo concept album del rapper pugliese. Sì, visitare. Nel titolo, Museica, le parole musica e museo si incontrano in un emblematico e centrale “sei”, quanti sono gli album dell’artista.
Un tributo all’arte, come fanno intuire alcuni titoli (Teste di Modì, Mica Van Gogh, Giotto beat) e alla musica; il primo singolo, Cover, è una magistrale prova di stile, cultura e inventiva. Nomi di band, di album storici, determinanti nella formazione del rapper, si mischiano nel testo dando vita a una storia, quella dell’uomo, che parte dalla genesi.
Nonostante il tema di fondo, se pensate che Caparezza sia Troppo politico, anche quest’album non fa per voi. L’artista non sa fare a meno di inquadrare e mettere in evidenza angosce, problemi sociali e istituzionali dei giorni nostri, alleggeriti dal sarcasmo, che gli è proprio e lo caratterizza fin dai primordi ma che non riesce, tuttavia, ad evitargli l’antipatia dell’ “opposizione”.
Così, a far ballare le piazze indignate d’Italia, ci penserà il secondo singolo Non me lo posso permettere, un nuovo inno per l’italiano medio, accompagnato da un video tanto significativo quanto geniale.
Niente è, ancora una volta, lasciato al caso: dalla copertina, ai dialoghi che intervallano le canzoni, fino ai titoli (quasi mai privi di doppi sensi). Un altro bel disco, che sicuramente apprezzerete, ma non dal primo ascolto.
 

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