[su_quote]L’estate davvero si vorrebbe non finisse mai. Forse perché in fondo fa paura quello che viene dopo.
Nel tempo in cui ci si fa grandi, e i soprannomi non esistono più.[/su_quote]
Questa è la quarta di copertina del libro “Dimmi a che serve restare” di Maria Pia Romano, scrittrice nota per aver vinto numerosi riconoscimenti in campo nazionale e internazionale per i suoi lavori.
Sullo sfondo di una terra tanto amata quanto sofferta ovvero il Salento,
il libro racconta la drammatica vicenda che accade a due ragazzi, Stefano e Rocco.
Entrambi appassionati dei Negramaro, la famosa band salentina, decidono di andare ad un loro concerto che si teneva a Gallipoli, ma per uno strano scherzo del destino quel concerto a cui tanto tenevano non lo vedranno mai.
E’ la storia di una perdita di un figlio, di una malinconia che solo il mare, consolatorio e tanto caro ai salentini, riesce a stanare.
E’ la storia di un figlio che non sa più parlare, che si interroga sul perché la vita dà e poi toglie, ingiustamente.
[su_quote]Papà, ho dimenticato le parole. Qui usiamo sempre le stesse-diceva Paolo temendo di aver dimenticato la strada per la casa delle parole, il luogo dove abitano le frasi, i racconti, le fantasie, i sogni.[/su_quote]
Ed è anche la storia di due donne, di una moglie e di un’amante, ognuna tanto importante quanto indispensabile per quell’uomo che non ha avuto il coraggio di scegliere perché scegliere significa rinunciare a qualcosa e rinunciare porta spesso a soffrire.
[su_quote]Ognuno la trova da solo la ricetta per salvarsi, e chi la impara già da bambino sarà un adulto segnato da una luce strana negli occhi. E riconoscerà quelli come lui, mentre il resto del mondo continuerà a chiamare stranezza quello che è solo un modo di respirare diverso.[/su_quote]
E’ un libro molto introspettivo, non adatto ai cuori deboli.
Perfetto però per chi non ha paura di scoprire che restare serve per essere felici.