Quadri trafugati dal Museo del Negroamaro di Guagnano, i Consiglieri di Opposizione di “Vite in Comune” chiedono chiarimenti

I consiglieri d’opposizione del gruppo “Vite in Comune”

In seguito al post pubblicato su Facebook dal Consigliere Fernando Leone, in cui si legge di una denuncia sporta da lui stesso contro ignoti per segnalare il furto di sei quadri dal Museo del Negroamaro, i Consiglieri di Minoranza di “Vite in Comune” hanno avanzato un’interrogazione urgente che troverà risposta nel prossimo Consiglio Comunale.
Imperiale, Leone, Ricciato e Degli Atti, attraverso la condivisione del documento ufficiale che verrà presentato direttamente al Sindaco Dino Sorrento e a tutta l’Amministrazione Comunale, hanno messo in luce alcuni punti fondamentali della questione.
«Nel 2015 – scrivono – l’allora Sindaco (oggi Consigliere, ndr.) Fernando Leone invitava alcuni artisti a donare opere d’arte al fine di poter realizzare una mostra permanente all’interno del Museo Del Negroamaro. Nel 2016, lo stesso Leone invitava gli artisti locali a partecipare alla annuale edizione del Premio Terre del Negroamaro, al fine di poterli pubblicamente ringraziare per aver voluto arricchire il Museo con una loro opera donata. Oggi – continuano – sei di quelle stesse opere risultano essere state trafugate così come risulta da denuncia sporta in data 01.02.2019 dal Consigliere Fernando Leone.
A questo punto l’opposizione chiede: in che data l’Amministrazione è venuta a conoscenza che le opere d’arte donate sono state trafugate, visto che si parla di alcuni imprecisi mesi orsono. Per quale ragione non sono stati avvertiti gli artisti locali di quanto accaduto e per quale motivo non è stata subito sporta doverosa e tempestiva denuncia. Chiedono, inoltre, quale documentazione è stata prodotta al momento della donazione al fine di attestare l’acquisizione al patrimonio culturale delle opere d’arte e quale attività di inventariazione è stata eventualmente fatta all’inizio dell’insediamento della nuova Amministrazione, al fine di poter avere un quadro chiaro di quanto esposto nei locali del Museo del Negroamaro».

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