Condannato a trent’anni per l’omicidio del figlio, viene assolto in Appello

Immagine di repertorio
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Condannato in primo grado a 30 anni di carcere viene assolto in appello dall’accusa di aver ucciso il figlio. Si tratta di Enzo Caretto, 72enne di Guagnano, che non era imputabile al momento del fatto in quanto incapace di intendere e di volere per un livello di alcolismo cronico, come accertato dalla perizia disposta dai giudici della Corte d’Assise d’Appello (Presidente Rodolfo Boselli, a latere Antonio Del Coco) e affidata ai consulenti Domenico Suma e Roberto Vaglio.
L’anziano guagnanese è stato anche scarcerato, poiché, sempre dal medesimo accertamento, non è stata rilevata alcuna pericolosità sociale. Il procuratore generale Francesco Agostinacchio aveva chiesto l’assoluzione per l’imputato dati gli esiti della perizia, mentre la parte civile aveva insistito per la conferma della condanna di primo grado. Ha avuto la meglio, quindi, la tesi difensiva degli avvocati di Caretto, ossia i legali Sabrina Conte e Vincenzo Carbone, che hanno sempre sostenuto l’incapacità di intendere e di volere dell’anziano quando nel gennaio di due anni fa assassinò il figlio Giovanni a soli 32 anni per via di uno stato di dipendenza dall’alcol ormai cronico.
Secondo quanto emerso dalle analisi eseguite in ospedale, circa tre ore dopo la tragedia, l’anziano aveva un tasso alcolemico pari a 1,80 milligrammi per litro. L’uomo avrebbe intrapreso una discussione prima con la moglie e poi con il figlio che intervenne in difesa della madre, finendo ammazzato con un coltello conficcato nel torace. Stando a quanto accertato dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, il litigio sarebbe degenerato in quanto il figlio, quella sera, avrebbe accusato il padre di non aver proseguito gli studi per colpa sua. In primo grado, l’anziano venne condannato al massimo della pena per chi sceglie di essere giudicato in abbreviato. In Appello, dati gli esiti della perizia, la sentenza è stata ribaltata.

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