
Riportiamo integralmente il messaggio di un uomo che oggi rappresenta nella comunità di Salice un’istituzione, l’appunto di chi vive nella Chiesa, in un periodo di bombardamento mediatico, di frenesia della quotidianità che ci destabilizza, di critiche nei confronti del Clero, che è nell’occhio del ciclone a causa dei fatti di cronaca che tutti conosciamo.
Riportiamo la voce di un sacerdote che non accetta che si faccia di tutta un erba un fascio, perché di bravi preti ce ne sono tanti e la buona Chiesa esiste ancora, nonostante tutto.
E questo non vuol dire negare il problema della corruzione morale del clero, significa solo testimoniare l’appartenenza orgogliosa ad una Chiesa che non è tutta marcia.
«Carissimi, sento il bisogno quasi incoercibile, di comunicare un certo disagio o se volete un fastidio mio del tutto personale che, beninteso, non riguarda la mia diretta persona, ma che ugualmente mi ferisce.
Di che si tratta.
Assistiamo sempre più, in questo tempo, a un’opera di accanimento veramente feroce nei confronti della Chiesa e degli uomini di chiesa in merito alla pedofilia.
Ormai è quasi diventato, per molti, non solo un sentire comune, ma una realtà accettata che la Chiesa è falsa e che tutti i preti (compresi vescovi e cardinali) sono dei pedofili e che quindi bisogna guardarsene e tenersi alla larga. Che calunnia!
Contesto tale accanimento e lo denuncio da qualsiasi cattedra dovesse giungere anche, ahimè, da ambienti nostri o vicini a noi… Tale presa di posizioni non vuole misconoscere la reale presenza e portata del problema.
C’è, eccome, il problema della pedofilia nel clero.
Quello che non mi va e la facile o addiritura scontata generalizzazione che se ne fa, supportata dai media e da sedicenti esperti. Perché, mi chiedo, a dar credito alle cronache, non succede altrettanto con allenatori, professori (anche universitari), infermieri, politici e via discorrendo…
L’ho detto, mi ferisce e mi intristisce tale stato di cose e credo che buona parte della gente condivida con me tale disagio non per una questione di solidarietà di circostanza, ma perché conosce i preti con i quali ha a che fare: persone che scelgono di avere poca dimestichezza con le vacanze e che dalla mattina alla sera, nonostante l’inclemenza del tempo in inverno, la calura del solleone in estate li trova sempre lì in chiesa, intenti a intrattenersi con chi di loro ha bisogno, anche solo “per chiacchierare”, a studiare, programmare, inventare modalità pastorali sempre nuove per far appassionare alla Parola gli uomini, per essere sempre disponibili a ricevere e, specialmente in certe situazioni, ad andare e sono lì, non sfugga, per pregare (lo fanno, lo fanno…sì che lo fanno).
C’è chi manifesta il suo orgoglio di essere gay, a me e a tanti altri come me, sia dato il diritto di dichiarare, a viva voce e con maggiore orgoglio, di essere prete convinto e contento e non un pedofilo orco e clandestino.
Grazie!
Don Carmine Canoci»